Immagina un mare burrascoso, un cielo plumbeo che si fonde con le onde, e una nave che solca l’oceano.
È qui che ha origine il Caban, un capo nato non dalla moda, ma dalla necessità, figlio delle avventure marittime e del rigore delle divise navali.
Questo cappotto, robusto e caldo, era il fedele compagno dei marinai francesi e bretoni, in grado di sfidare venti impetuosi e piogge insistenti mentre gli uomini governavano le navi e manovravano corde e vele sotto cieli minacciosi.
Il termine "Caban" deriva dall’arabo qaba, che indicava un mantello pesante, ma furono gli artigiani e le sartorie francesi a modellare e perfezionare il capo per l'uso nelle flotte. Sin dall’Ottocento, il Caban divenne il simbolo dei marinai francesi, caratterizzato da linee essenziali e dalla struttura a doppio petto, chiuso da bottoni dorati o metallici, spesso incisi con simboli di ancore o altri elementi nautici.
La lana spessa, a trama fitta e resistente all'acqua, avvolgeva come un’armatura chi scendeva in mare, e il taglio corto e squadrato dava libertà di movimento per lavorare agevolmente sui ponti delle navi.
Col passare degli anni, il Caban ha lasciato il mare per approdare nelle città. Amato per la sua eleganza sobria e per la praticità della sua struttura, è entrato nel guardaroba civile, indossato dai grandi nomi dell'arte e della letteratura, dal cinema alla musica, fino a divenire un’icona di stile. Negli anni '60, la sua silhouette rigorosa e versatile ha conquistato anche il mondo della moda, divenendo uno dei capi simbolo della ribellione e dell’eleganza maschile.
Oggi, indossare un Caban è come avvolgersi in un pezzo di storia, sentire addosso il fascino delle storie di mare e il coraggio dei marinai di un tempo.